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PER USCIRE (ILLESI) DAL TUNNEL

Purtroppo molti incidenti, all'interno di spazi confinati, sono stati fatali a quei lavoratori non debitamente informati, formati e (soprattutto) addestrati. Di vittime degli spazi confinati non vorremmo più averne e per far sì che questo avvenga è necessario che tutti gli attori di una commessa siano il più preparati possibile. L'attività lavorativa nel settore degli ambienti confinati può essere svolta unicamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati che possano dimostrare di essere in possesso di particolari requisiti.

Gli spazi confinati sono fra le situazioni più a rischio. Al fine di evitare incidenti occorrono formazione e addestramento adeguati.

Tra i requisiti che imprese e lavoratori autonomi devono avere, vanno ricordati:
  • » capacità di applicare misure di gestione delle emergenze;
  • » avvenuta informazione e formazione di tutto il personale;
  • » possesso di dispositivi di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di lavoro idonei alla prevenzione dei rischi;
  • » avvenuta effettuazione di attività di addestramento di tutto il personale.
Individuazione delle persone addette all'assistenza del lavoratore impegnato
in uno spazio confinato
Individuazione delle persone addette all'assistenza del lavoratore impegnato in uno spazio confinato,
che dovranno posizionarsi presso l'apertura di accesso

Di particolare importanza è il tema dell'addestramento puntuale e specifico per chi deve operare all'interno di cunicoli interrati, realizzati mediante scatolari prefabbricati cementizi. Nel caso specifico è utile approfondire quei lavori svolti all'interno di condotte (per esempio, la realizzazione di importanti sottoservizi) realizzati con scatolari prefabbricati cementizi di medie dimensioni, quali le operazioni di saldatura dei giunti. L'obiettivo non è di analizzare questo tipo di lavorazioni, bensì di testare le competenze degli operatori che, impegnati in uno spazio angusto, dovessero trovarsi di fronte a una situazione d'emergenza e verificare se gli stessi siano in grado di affrontare la gestione delle emergenze come richiesto dal comma 7 dell'art. 119 del D.Lgs 81/2008.
 
Controllo e montaggio delle attrezzature per il recupero infortunati
Controllo e montaggio delle attrezzature per il recupero infortunati (tripode, recuperatori, funi ecc)

Il salvataggio in spazi ristretti può essere suddiviso in tre categorie:
  • » autosalvataggio;
  • » non ingresso di salvataggio;
  • » entrata di salvataggio.
In un autosalvataggio, così come suggerisce la definizione, l'operatore che lavora nello spazio confinato deve essere in grado di riconoscere una condizione critica e uscire autonomamente prima che la situazione gli impedisca di mettersi in salvo. Al tal fine, è necessaria una preventiva valutazione dei rischi e una formazione specifica degli operatori.

Il non ingresso di salvataggio consiste nel sistema di recupero-salvataggio dall'esterno del locale utilizzando il cosiddetto "cordone ombelicale" senza che nessun altro entri nello spazio confinato. Il criterio dovrebbe essere il seguente: se permane un dubbio sulla pericolosità dell'atmosfera, anche dopo il risanamento dell'ambiente, il lavoro è consentito, in generale, solo se il lavoratore è munito di imbragatura, ancorato a una fune completa di sistema di recupero e vigilato dall'esterno per tutta la durata delle operazioni.

L'entrata di salvataggio è una "opzione ultima" per la quale occorre avere più persone per l'accesso in un luogo confinato; se l'infortunato non è in grado di collaborare quest'ultimo espone il soccorritore a un rischio considerevole. L'entrata di salvataggio deve essere attentamente pianificata ed eseguita per evitare di creare altre vittime che hanno bisogno, a loro volta, di soccorso. I soccorritori devono essere consapevoli dell'ambiente e devono rivalutare i loro piani immediatamente se vi è un cambiamento delle condizioni nello spazio confinato. In caso di intervento in entrata di salvataggio, è raccomandata la presenza di soccorritori di riserva. È importante sapere che il tempo a disposizione per un salvataggio di successo può essere molto limitato. Per capire meglio le dinamiche di salvataggio, può essere utile esaminare il caso del recupero di un lavoratore colto da malore e, quindi, privo di sensi in una condotta prefabbricata cementizia di medie dimensioni. In fase preventiva, quindi prima di iniziare i lavori, è opportuno esaminare le indicazioni della seguente foto-guida.
 
Controllo dei dispositivi di protezione individuale adeguati
Controllo dei Dpi adeguati Vestizione dei Dpi adeguati

Foto-guida: esercitazione pratica sul campo

esercitazione di recupero lavoratore in pozzetto di ispezione
In questa sessione di esercitazione pratica si lavorerà tra il pozzetto di ispezione e l'innesto con la relativa condotta
recupero lavoratore in condotta tramite carrellino
Al fine di agevolare l'uscita di un eventuale lavoratore colto da malore, si introdurrà all'interno della condotta un adeguato carrellino, sul quale poter adagiare l'infortunato e di poterlo facilmente recuperare Il carrellino è collegato a una fune ancorata nella zona del pozzetto d'ispezione, dal quale il collega mediante l'attività di "tiro" lo porterà in zona recupero
recupero lavoratore in condotta tramite carrellino
Attività di tiro dell'infortunato e arrivo nella zona del pozzetto d'ispezione
esercitazione sicurezza sul lavoro: aggancio del recuperatore all'infortunato
Aggancio del connettore del recuperatore all'imbragatura dell'infortunato Inizio del recupero da parte del lavoratore posto all'esterno
esercitazione sicurezza sul lavoro: accompagnamento dell'infortunato
Manovre di accompagnamento dell'infortunato (per immetterlo sulla verticale di tiro) da parte del collega
esercitazione recupero lavoratore infortunato in condotta: fuoriuscita
Manovre finali per la fuoriuscita dell'infortunato con sgancio del connettore e accomodamento sullo scatolare

di Rocco Bollettino
architetto, consulente per la sicurezza sul lavoro

www.ambientesicurezza.it

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